Archivi categoria: Istoria

Enisala…

I Genovesi a difesa delle loro rotte commerciali con la Crimea e l’Ucraina, hanno costruito una serie di castelli e borghi fortificati che si estendono o sino alla Bucovina e Galizia mettendo Genova in contatto con la Polonia e il Batico. Creando un monopolio sulla esportazione del grano dalla Russia che attraverso la Moldovia e la Bessarabia arrivava al porto di Costanza (Tomis) sul Mar Nero. Da qui spedito a Costantinopoli e in Europa.

Enisala fu innalzata nel 200 su una anteriore costruzione romano-bizantina ed ebbe un ruolo militare e commerciale, ma anche politico ed amministrativo (i turchi la distrussero nel 400).

Sul lago Razim si possono vedere le vestigia della cittadella di “Heracleea” (piccola cittadina protetta dal forte Enisala), costruita dai mercanti genovesi intorno al 1250 AD e conquistata dal sultano Mehmet I nel 1417 AD. Nel 500, la cittadella era stata abbandonata definitivamente.


Giornata della Memoria

I bambini erano a Birkenau come uccelli di passo: dopo pochi giorni, erano trasferiti al Block delle Esperienze, o direttamente alle camere a gas…

Foto: Casa della Memoria – Milano

Vagoni merci, chiusi dall’esterno, e dentro uomini donne, bambini, tutti compressi senza pietà, come merce di dozzina, in viaggio verso il nulla, in viaggio all’ingiù, verso il fondo… – Primo Levi

Per non dimenticare mai!


DUNKIRK

Dunkirk was the movie to win the Oscars…


f l y t o g r a p h y

Clădirea aflată acum în ruină a fost construită în 1892, după cum precizează Maria Stoica în volumul “Brăila – Memoria oraşului”, de către arhitectul Paul Mihail.

Iniţial a fost casă de modă a fraţilor Geavide. Ulterior, a fost cumpărată de bogatul negustor Hirschorn, care a decis să o transforme în Hotel. Practic, a fost realizată o nouă construcţie, cu două etaje, care însă s-a fisurat imediat după finalizare…


23 Maggio 1992

Nei pressi di Capaci, persero la vita in un attentato mafioso di Cosa Nostra il Magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e agli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell’uomo.”

Giovanni Falcone


Leonardo da Vinci…

Il 2 maggio 1519 moriva Leonardo da Vinci…

Milano sarà una delle città più ricche di iniziative dedicate al cinquecentesimo anniversario dalla morte di Leonardo da Vinci, che partiranno ufficialmente il 2 maggio con la riapertura straordinaria della Sala delle Asse del Castello Sforzesco: qui sarà possibile ammirare, dopo anni di lavori e un lungo intervento di restauro, le straordinarie tempere a tema naturalistico dipinte proprio da Leonardo intorno al 1498.

E sarà proprio a partire da questa straordinaria testimonianza del passaggio di da Vinci a Milano che, il 16 maggio, inaugurerà anche “Leonardo e la Sala delle Asse tra Natura, Arte e Scienza” presso la Cappella Ducale: i disegni originali di Leonardo verranno messi a confronto, in questo caso, con le opere di altri artisti del Rinascimento.

Anche la Biblioteca Ambrosiana proseguirà il percorso attraverso i disegni del Codice Atlantico con un’altra importante esposizione dal titolo “Leonardo in Francia”, dal 18 giugno, mentre non poteva mancare l’appuntamento al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, che proprio a Leonardo è intitolato: qui, fino ad ottobre, sarà esposta una ricca selezione di macchine realizzate seguendo i disegni del maestro, insieme ad una speciale sezione dedicata agli affreschi della Pinacoteca di Brera.”

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Articolo a cura di Federica D’Alfonso

La mostra Leonardo3 in Piazza della Scala a Milano celebra il genio vinciano offrendo ai suoi visitatori una visita guidata gratuita per scoprire un Leonardo inedito, grazie a scoperte e ricostruzioni di macchine in anteprima mondiale.

500 volte grazie ad un maestro italiano che non potrà mai essere dimenticato!


I segreti della Monna Lisa…

Secondo alcuni esperti, la Monna Lisa è molto più di un semplice ritratto. Leonardo da Vinci ha davvero racchiuso un codice segreto all’interno della sua opera?


Notre Pauvre Dame…

Un altro pezzo di Europa che se ne va…

1182-2019 – quasi mille anni, Parigi ha perso una delle cattedrali più belle del mondo.

Notre pauvre Dame…

Le vetrate gotiche di Notre Dame de Paris saranno andate in frantumi per il calore sviluppato dal rogo…

Sto realizzando piano piano a quale orribile perdita stiamo assistendo impotenti.
Non è solo dei francesi. Quella cattedrale è il patrimonio culturale di TUTTO IL MONDO. L’arte è ciò che ci unisce più di tutto e vedere un’opera persa o danneggiata, di qualunque nazionalità sia, è una ferita per tutta l’umanità.

Chiese in fiamme in Francia: Saint-Jacques a Grenoble a gennaio, Saint-Sulpice a Parigi a marzo e ora Notre Dame. Per quanto riguarda Grenoble hanno accertato fosse un corto circuito. Nel caso della seconda, Saint-Sulpice, dicono sia scaturito da una Porta d’ingresso, Notre Dame dai lavori… comunque se gli brucia una Chiesa Cattolica al mese, i francesi hanno un problema con le Chiese.


LA STORIA SIAMO NOI

23 maggio 1992, Palermo moriva assassinato
GIOVANNI FALCONE

Le agende di Giovanni Falcone entrarono e uscirono velocemente nella vicenda della strage di Capaci.

A distanza di molti anni, dopo processi, depistaggi, falsi testimoni, morti sospette e diversi interrogativi irrisolti, un libro – è uscito il 17 maggio – recupera materiali rivelatori che sono stati trascurati nelle inchieste della magistratura e che invece aiutano a capire che cosa è successo quel 23 maggio 1992. E perché.

Si intitola I Diari di Falcone – Le verità nascoste nelle agende elettroniche del giudice (Chiarelettere, 2018, pp. 256, 16 euro) ed è stato scritto da Edoardo Montolli.

DOMANDE DECISIVE. Le agende personali fanno paura: quella di Borsellino è scomparsa e quelle di Falcone, esaminate dai periti Gioacchino Genchi e Luciano Petrini (morto troppo presto), nonostante strane interruzioni, pongono domande decisive: sugli incontri del giudice con funzionari russi per indagare sui finanziamenti clandestini del Pcus; su come sia stato possibile che la mafia sapesse il giorno e la data del suo viaggio a Palermo; sul suo misterioso viaggio a Washington; su dove sia stato tra il 28 aprile e il primo maggio prima dell’attentato; e molte altre ancora. In questa inchiesta, Montolli mette in relazione fatti, testimonianze, appunti personali e traccia un quadro inedito che apre nuovi scenari sulla morte del giudice, dimostrando come essa vada inserita all’interno di una più generale strategia di destabilizzazione che ha interessato il nostro paese alla fine della Prima Repubblica. Di seguito, in anteprima, il prologo del libro.

Le agende dimenticate

Giovanni Falcone annotava tutti i suoi impegni su due databank, due agende elettroniche tascabili. Apparecchi che restarono in voga per qualche anno, fin quando la loro funzione non fu sostituita dai cellulari. Quelle di Falcone vennero recuperate poco dopo la strage di Capaci. Una memoria esterna, su cui il giudice riversava i suoi appunti, scomparve per sempre. Ma nei processi, nonostante alcuni punti oscuri rilevati dai due consulenti che le analizzarono, le agende furono liquidate in fretta. Ne fu sminuita la portata. E vennero smentiti alcuni impegni che lui si era segnato e che apparivano su una di esse, risultata misteriosamente cancellata solo dopo il sequestro.

Passò tutto in secondo piano, come il fatto che, dopo la sua morte, qualcuno ne avesse letto i file sui computer al ministero, lasciandovi traccia. L’indagine, d’altra parte, puntava a prendere gli assassini, i mafiosi che, per ucciderlo, il 23 maggio 1992 avevano fatto saltare in aria addirittura un’autostrada.

Un’esplosione perfetta nei tempi e devastante nella portata, simile a un atto di guerra, che Cosa nostra non si era mai sognata di fare prima. E che in seguito non avrebbe piu ripetuto.

Per più di un paio di decenni, cosi, le copie cartacee del contenuto delle due agende sono rimaste sepolte negli archivi giudiziari, all’interno delle relazioni che ne fecero i consulenti, senza che fossero più studiate…


LEONARDO DA VINCI

Perchè Leonardo è stato secondo i più il massimo genio della storia?

Ecco 7 caratteristiche della sua personalità che forse ci aiutano a spiegarlo.

1. CURIOSITÀ

Leonardo aveva un atteggiamento di insaziabile interesse verso il mondo, una inestinguibile sete di sapere.
Vasari racconta che fin da bambino interrogava il suo maestro di matematica con tantà originalità che “movendo di continuo dubbi e difficultà al maestro, bene spesso lo confondeva”.
Le grandi menti continuano a porsi tutta la vita domande strane, a volte illogiche. La curiosità alimentò la sorgente del genio di Leonardo per tutta la vita.
Tutte le passioni, la fedeltà, la devozione di Leonardo furono indirizzate alla ricerca della verità e della bellezza.

Kenneth Clark lo ha definito “indubbiamente l’uomo più curioso che sia mai esistito”

“Naturalmente li boni omini desiderano di sapere” – Leonardo da Vinci

2. SENSAZIONE

Secondo Leonardo sono i sensi, in particolare la vista, a svelare la natura delle cose. Nel suo Codice sul volo degli uccelli, per esempio, troviamo particolari accuratissimi sul movimento delle penne e delle ali durante il volo che rimasero privi di conferma fino all’arrivo della moviola.

Leonardo aveva una vista acutissima. Se la vista aveva la massima importanza e di conseguenza per lui la pittura era la disciplina artistica più rilevante, l’udito, quindi la musica venivano subito dopo.

Era infatti un abile musicista.
La sua popolarità nei palazzi dei suoi committenti era in parte attribuibile al atto che suonasse flauto, lira e altri strumenti.

Ma Leonardo praticò e incoraggiò anche l’educazione degli altri sensi. Teneva ad assaporare il contatto coi velluti e le sete. Il suo studio era sempre profumato dalla fragranza di frutti ed essenze.
Coltivò anche la passione della cucina: in Occidente fu il primo a presentare nei banchetti porzioni piccole, equilibrate e squisitamente disposte.

“I cinque sensi sono ofitiali dell’anima”
“Ogni cognitione principia da sentimenti”Leonardo da Vinci

3. SFUMATO

Il principio dello sfumato è la chiave per mantenere una mentalità aperta davanti all’incertezza e liberare lo spirito creativo.
I critici d’arte usano il termine “sfumato” per descrivere la misteriosità e l’impenetrabilità dei dipinti di Leonardo.

Con la crescente comprensione di un sempre numero maggiore di fatti Leonardo si addentrava progressivamente nell’ambiguità, e con l’acuirsi della consapevolezza del mistero e del contrasto, si fece più profonda la sua tendenza ad esprimere il paradosso e le verità segrete nei quadri.

Il San Giovanni Batista di Leonardo per esempio è l’eterno punto interrogativo, l’enigma della creazione. “Ha il sorriso di una sfinge e il potere di una forma ossessiva” dice Clark.

Naturalmente la Gioconda è la massima espressione del mistero. Sono stati scritti fiumi di carta su questo…

“Quel pittore che non dubita poco acquista” – Leonardo da Vinci

4. ARTE / SCIENZA

Lo sviluppo dell’equilibrio tra arte e scienza, tra logica e immaginazione e l’utilizzo contemporaneo di emisfero destro e sinistro caratterizza tutta la vita di Leonardo.

“Leonardo proiettò nella scienza la visione dell’artista. Comprese che la scienza come la pittura deve ritrovare il disegno della natura nel suo dettaglio.” – Jacob Bronoski

Per Leonardo arte e scienza erano inseparabili. Osservò per esempio che nell’artista l’abilità di dare espressione alla bellezza della forma umana si fonda sullo studio approfondito dell’anatomia.

Pur affermando “Ostinato rigore!”, la cura del particolare, l’attenzione a logica, matematica, analisi sperimentale, Leonardo invitava anche gli allievi ad aprire le porte dell’immaginazione e dell’intuizione.

“Quelli che si innamorano di pratica senza scientia, son come il nocchiere che entra navilio senza timone o bussola che mai à certezza dove si vada” – Leonardo da Vinci

5. CORPORALITÀ

In Leonardo virtù fisiche straordinarie si integravano con i pregi intellettuali. Il Vasari ne magnifica la forma fisica e la grazia dei movimenti. Era un cavaliere abilissimo e “La forza in lui fu molta congiunta con velocità e destrezza”.

Da cuoco provetto quale era riteneva che una dieta ragionata fosse la via alla salute e al benessere.
Coltivò anche l’equilibrio nell’uso della parte sinistra e destra del corpo dipingendo, disegnando e scrivendo con entrambe le mani.

Ecco alcuni consigli di Leonardo:
“Guardati dall’ira e fuggi l’aria greve”
“Se fai esercizio sia spesso ma di picciol moto”
“Fuggi lussuria e attieniti alla dieta”
“No mangiar sanza voglia e cena lieve”
“Su dritto sta quando da mensa levi”
E in quanto alle cure mediche del tempo diceva
“Chi medicina piglia mal s’informa”

6. CONNESSIONE

Il cerchio che non smette di espandersi lanciando un sasso nell’acqua è una bella immagine del principio della connessione, che affiora nelle numerose osservazioni di Leonardo sulle strutture e connessioni del mondo attorno a sè.

Un segreto della impareggiabile creatività di Leonardo riside nella sua abitudine quotidiana di mescolare e collegare elementi diversi per formare nuove strutture.

Negli studi di architettura e urbanistica troviamo un riflesso del suo apprezzamento delle proporzioni naturali del corpo umano e di molte specie della natura. La sua conoscenza del corpo si delineò in parallelo alla percezione della terra come sistema vivente.

“Sì come la pietra gittata nell’acqua si fa cietro e causa di vari circuli, e il suono nell’aria circularmente si spande….”

“Il notare sopra dell’acqua insegna alli uomini come fanno gli uccelli sopra dell’aria”

“Ogni parte ha inclinatione a ricongiungersi col suo tutto per fugire dalla sua imperfettione”

“L’acqua non ha mai quiete insinochè si congiunge al suo marittimo elemento”

“Nell’aria le spezie delle parti dell’universo sono distribuite tutte”

7. DIMOSTRAZIONE

La dimostrazione è l’impegno a verificare le conoscenze, l’esperienza e la continuità, la volontà di imparare dagli errori e saperli riconoscere per correggerli.
L’orientamento pratico, l’intelligenza acuta, la curiosità e l’indipendenza di spirito lo indussero a mettere in dubbio buona parte della cultura acquisita e dei dogmi del suo tempo.

Durante le sue ricerche geologiche per esempio scoprì fossili sulle montagne e nel Codice Leicester troviamo argomentazioni decisive contro la concezione dominante all’epoca, secondo cui si trattava di resti del diluvio universale.
Per tutta la vita Leonardo si considerò discepolo dell’esperienza.

Fu modello di originalità e di indipendenza mentale
Il gusto di rifiutare l’imitazione, di interrogare l’autorità costituita e di pensare da sè sarebbe stato degno di nota in qualsiasi tempo, ma diventa sbalorditivo se si considera che Leonardo appartiene a un periodo storico in cui si dava per scontato, come puntualizza William Manchester, che “tutto quel che c’era da sapere lo si sapeva”.

L’attenzione scrupolosa di Leonardo alla verifica sperimentale, all’osservazione e alla critica di fronte a nuove osservazioni può in certo modo configurarsi come precorritrice di parte del metodo galileiano.

Leonardo era di un secolo precedente a Galilei, il quale a sua volta morì nell’anno di nascita di Newton. Leonardo fu profondamente diverso dagli altri due per il tipo di studi che intraprese e per la possibilità di applicazione che questi offrivano.

Egli si occupò oltre che di matematica, meccanica e scienze della natura, anche e soprattutto di arte in tutte le sue forme, ovvero scultura, architettura, pittura e disegno.
Il processo di autocritica di Leonardo era rigorosissimo e lo portò a correggere e ricorreggere moltissime volte i suoi studi e i suoi lavori, dimostrando così la sua umiltà e onestà intellettuale.

Il maestro capì che per mettere in discussione la visione del mondo in generale occorre prima di tutto mettere in discussione la propria visione personale e ammonisce

“Il massimo inganno delli omini è nelle loro oppinioni”.

Liberamente tratto da “Pensare come Leonardo” di Michael J. Gelb