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GRAZIE, LUCA PARMITANO!

Grazie Luca! Grazie per le testimonianze fotografiche relative al disastro amazzonico/mondiale!

È molto angosciante vedere le dimensioni immense del disastro. Speriamo in un miracolo perché se lassù è così evidente, la situazione è molto grave. Cosa aspettano i governi di tutti i paesi del mondo ad intervenire ?

“Il numero di messaggi che ricevo, di sprone, incoraggiamento, e pura gioia per le immagini del nostro pianeta che pubblico, mi riempiono di gioia e gratitudine. L’interazione e il rapporto con chi mi legge è uno scambio – e io leggo tutti i commenti; anche le molte richieste di fotografare luoghi o eventi ben precisi: Paesi, citta, regioni, e catastrofi naturali o causate dall’uomo.

le foto che pubblico sulle piattaforme sociali sono sempre ‘scatti d’opportunità’, ovvero immagini catturate in modo estemporaneo e del tutto casuale mentre ho un momento di libertà e l’occasione di guardare fuori da una delle ‘finestre’ della Stazione Spaziale Internazionale.

Non abbiamo alcun controllo sul tracciato a terra della Stazione: non scegliamo di sorvolare un determinato posto in un determinato momento. La quasi totalità del tempo a bordo è dedicato all’esecuzione di una fitta tabella di lavoro: scienza, manutenzione ordinaria e straordinaria, logistica, esercizio fisico. Tutto il resto – foto, filmati, interviste, le parole che sto scrivendo – non fa parte di questa tabella, ed è tempo preso dal nostro riposo: una telefonata in meno alla famiglia, una email in meno a un amico, un minuto in meno di sonno.

Credo sia molto importante, e continuerò a farlo con la stessa dedizione che metto nell’esecuzione dell’esperimento più delicato. Cercando di catturare quante più immagini potrò dell’Italia (tutta, intera, senza confini, senza regioni, senza accenti, senza campanilismi), dell’Europa, della Terra. E testimoniando la sua fragilissima bellezza.”Luca Parmitano


M’s Music – Luna


M’s Music – Via Lattea


M’s Music – Beyond the Missouri Sky


MUSIC AND CULTURE IN SPACE

From the iconic scores of Hans Zimmer to the chilled-out tunes of a great summer playlist, the right music can lift us up, calm us down and even make us run faster. The same is true in space, where this week ESA astronaut Luca Parmitano will inspire attendees to explore farther beyond our planet at two major events in Europe.

The Stockholm Culture Festival in Sweden runs from 13-17 August at inner-city venues including Gustav Adolf’s square, Karl XII’s square (Dansbanan), Skeppsbron, Jacob’s church and the family area at Norrbro. All are welcome, attendance is free and this year the theme is Space.

Festival highlights include the premiere of multimedia experience “Space Station Earth”, as well as a live call with Luca on the International Space Station and in-person appearances by ESA astronauts Tim Peake and Thomas Reiter.

At 20:10 CEST tonight I chat with Tim Peake & Thomas Reiter at the Stockholms Kulturfestival in Stockholm, live from the International Space Station.

Tune in for the talk and follow Space Station Earth for more on how you can see our world through astronauts’ eyes!

PARMITANO SARÀ COLLEGATO CON UNA NAVE DA CROCIERA A IBIZA E CON STOCCOLMA

L’astronauta catanese Parmitano sarà il primo dj spaziale…

“Due eventi spaziali musicali stasera, con gli astronauti dell’ESA Luca Parmitano, Tim Peake e Thomas Reiter. Tutti e tre faranno una comparsa in Svezia stasera, con Luca che farà una chiamata bordo direttamente al Stockholms Kulturfestival. Più tardi, Luca sarà online per diventare il DJ nello spazio per festeggianti a Ibiza.”
Vedi: http://blogs.esa.int/luca-parmitano/2019/08/12/music-in-space/

Questo momento unico e senza precedenti sarà trasmesso in streaming via satellite in collegamento con una nave da crociera tra Barcellona e Ibiza, con 3000 turisti.
Il dj tedesco, Le Shuuk ha fatto da tutor a Luca Parmitano in un rigoroso corso per insegnargli i segreti del mestiere di dj e per prepararlo alla sua esibizione globale, anzi, spaziale.

Listen to Luca’s Beyond playlist on Spotify here.


Deserto e vuoti…

Deserto e Vuoti nello spazio, raccontati da un punto di vista del tutto speciale: quello dell’astronauta Luca Parmitano, accolto dal grande applauso della platea del Petruzzelli. – TEDxBari 2016

“Deserto è difficile da definire forse perché, per me, non è un luogo, è un non-luogo. La dimostrazione è il fatto che si può essere in un deserto anche in una sala gremita di persone, anche nel centro di New York. Quindi non è un luogo, il Deserto è un’esperienza e come ogni esperienza, dipende tutto da come la si vive. Io preferisco vivere tutto in positivo.”

Così Luca Parmitano, tenente colonnello dell’ Aeronautica Militare Italiana, astronauta dell’ Agenzia Spaziale Europea (ESA), apre il suo talk nella seconda edizione barese del TEDx, la conferenza itinerante delle “idee da diffondere”, o meglio “che vale la pena e meritano di essere diffuse”.

Il suo viaggio “parte dal basso verso l’alto” spiega Pamitano, dalle caverne sotto la Sardegna, fino ad arrivare nello spazio…

“Deserto non vuol dire assenza di vita – spiega l’astronauta – infatti pensiamo che su Marte ci siano delle grotte molto grandi che proteggono l’habitat sotterraneo dalle radiazioni. Quindi pensiamo che sia un ottimo ambiente per custodire ancora natura organica. Forse la vita o comunque i resti di quella vita.”
Dalle caverne alle profondità dell’oceano: “un deserto con la sua vita sommersa e il suo perfetto travestimento sopra”. Tanti gli strumenti utilizzati dagli astronauti utilizzati per imparare a muoversi in ambienti così diversi dal nostro, per fare sperimentazione.

Luca Parmitano racconta il suo viaggio, attraverso luoghi conosciuti e non, fino ad arrivare al vuoto della spazio, raccontandone sensazioni, ricordi: “Ho visto un’alba dallo spazio dove dal nero che ti assorbe, anche nel pensiero, si passa ad un’esplosione di colore in un attimo. Ho sperimentato il tramonto mentre ero isolato, fuori dalla stazione in emergenza, quando il mio casco ha cominciato a riempirsi d’acqua. Per ricordarmi che la natura ha sempre il modo di prendere il sopravvento sul singolo individuo.”

“L’uomo ha un gene che lo porta all’esplorazione, il gene di Ulisse. Quando vede un orizzonte non può fare a meno di superarlo. Allora io oggi lavoro per permettere ai più giovani di superare quell’orizzonte e la mia sfida è quella di vedere un deserto tutto rosso, della sabbia di Marte”.