11 SETTEMBRE 2001

UN AFFARE DA 8$ TRILIONI
Chi ci ha guadagnato?

🔴 8$ trilioni spesi dai cittadini americani
🔴 8$ trilioni guadagnati da industrie armi
🔴 Oggi tutte le Bigtech vogliono vendere a Difesa

🔴 11 settembre, l’avamposto milanese del terrore: i contatti tra viale Jenner e New York. – Gianni Santucci

Inizia con una lettera. Parla di una macchina. Una Ford Fiesta. «È parcheggiata. Ci sono le armi. Andate a recuperarla». La missiva in codice parte da un carcere in Puglia; indirizzata a un egiziano residente in viale Monza. Viene intercettata.

Trasmessa alla polizia. «Quella macchina non la trovammo», ricorda Raffaele Magnotta, ex capo squadra della Digos di Milano, una carriera di indagini anti terrorismo, oggi in pensione.

«Però sviluppando le informazioni iniziammo a trovare i fili, ancora labili, che portavano ai dirigenti della moschea di viale Jenner» (le indagini riguardavano il gruppo dirigente e non «il luogo di fede»; negli anni successivi le guide della moschea si sono allontanate dall’estremismo) . È l’inizio del 1993.

Il 26 febbraio, a New York, avviene il primo attentato (fallito) alle Torri gemelle. C’è un esecutore, Ramzi Youssef. E una «guida spirituale»: lo «sceicco cieco». Dagli Stati Uniti, durante l’inchiesta, segnalano un numero di Milano in contatto con gli attentatori di Manhattan.

«Lavoriamo su quel numero, e scopriamo che porta alla moschea», ricorda Michele Centonze, altro poliziotto che ha passato l’intera carriera all’antiterrorismo in questura. Quello 02.400919… è intestato al muezzin di viale Jenner.

I fili diventano tracce sempre più marcate, e saranno l’architarve dell’operazione «Sfinge», che si chiuderà nel 1995 con 10 arresti.

In quell’inchiesta c’è la storia di Al Qaeda in Italia: prima che l’opinione pubblica mondiale e i governi dell’Occidente si rendessero conto di che minaccia potesse rappresentare.

Si scoprirà l’11 settembre 2001, vent’anni fa. Ma c’è un prima, e in questo prima le storie dei terroristi che provarono a costruire a Milano «un avamposto dell’islamismo combattente in Europa» si incrociano con la tenacia del «investigatori invisibili» che con crescente preoccupazione si trovavano al cospetto della marea del terrore che montava…

Via: milano.corriere.it

Oggi è il giorno in cui non facciamo che raccontarci cosa stavamo facendo quell′11settembre, eppure la domanda corretta è dove siamo e cosa stiamo facendo oggi, e se sappiamo cosa è caduto, cosa continua a cadere…

Informazioni su Mădălina lu' Cafanu

Il cassetto dei calzini invernali dovrebbe nascondere l’ingresso a Narnia, non l’armadio. Vedi tutti gli articoli di Mădălina lu' Cafanu

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