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Sulla datazione presunta o reale del virus ho sintetizzato a beneficio di chi legge ottima inchiesta del Wall Street Journal uscita a marzo.

L’8 marzo il Wall Street Journal pubblica un’inchiesta, a scriverla i suoi cronisti che hanno indagato a Wuhan.

Il 10 dicembre, Wei Guixian, commerciante di pesce, si sente poco bene, teme di avere una brutta influenza. Si reca in un piccolo ambulatorio, le danno dell’antibiotico e torna a casa. Non migliora.

Il 12 va in un ospedale, più attrezzato (Wuhan Red Cross), dove un medico dice: hai la bronchite. Le prescrive medicine e la rimanda a casa. Successivamente la donna si rivolge ad un ambulatorio privato, assume altro antibiotico.

Il 16 le condizioni peggiorano, raggiunge il Pronto soccorso Xiehe Hospital, nulla cambia. Di nuovo rispedita a casa.
Il 18, ossia otto giorni dopo, la ricoverano dopo le pressioni della figlia: del resto il suo stato si era aggravato. Un medico le dirà che ci sono altri due pazienti in gravi condizioni in un altro centro, anche loro frequentavano mercato Hua’nan.

Il 21 sono quasi quaranta le persone con gli stessi sintomi, è il virus. Lo riporterà un’analisi ufficiale cinese diffusa però il 18 febbraio.

Il responsabile delle emergenze dello Xiehe Hospital affermerà di non ricordarsi di Wei, però conferma che i malati con sintomi strani sono iniziati ad arrivare tra il 10 e il 16 dicembre.
Secondo WSJ, che cita fonti mediche cinesi, è in questo periodo che si registra una tendenza nei casi, molti lavoravano nel mercato del pesce. Ma sarà solo alla fine di dicembre che i dirigenti dei vari ospedali comprendono che questa non è una polmonite anomala.

Il 29 dicembre c’è una comunicazione ufficiale alle autorità sanitarie locali.

Il 30 i test rivelano finalmente che si tratta di un virus tipo SARS. Uno dei medici diffonde l’informazione ai colleghi.

Il 31 l’ufficio locale OMS è avvisato dell’esistenza di una polmonite virale.
La conferma ufficiale da parte della Cina di un’epidemia arriva il 9 gennaio e il 12 condividono il genoma con resto del mondo
Ho sintetizzato ma il succo è questo.

Memo. Altre ricostruzioni hanno localizzato i primi casi sempre in Cina a metà novembre, sempre nell’Hubei. Un esperto britannico invece ha ipotizzato settembre, ma in un’altra regione cinese.

Dal Corriere della Sera. Breve estratto.
Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha provato a mettere dei punti fermi durante un’audizione alla Commissione Igiene e Sanità del Senato.
Nella sua ricostruzione ha affermato che «già intorno a dicembre questo virus avrebbe potuto circolare nelle persone». «Il Nord ha avuto uno tsunami assurdo, imprevisto e imprevedibile — ha detto —. In Italia abbiamo avuto due ingressi epidemici diversi, a due settimane di distanza, come abbiamo visto in un nostro lavoro: uno, con ceppi virali dalla Cina, attraverso l’Europa è andato al centro Italia. Successivamente un ceppo tedesco è andato a infettare la Lombardia e il Nord del Paese.

Guido Olimpio – Corriere

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Nu ciocăniţi ! ...ies eu din când în când.

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